È da qualche mese che persiste uno stato d’incertezza sui prezzi e sulla disponibilità di additivi importanti per l’alimentazione dei ruminanti, come ad esempio le vitamine. L’industria che produce alimenti zootecnici, e quindi mangimi ed integratori, è costretta a variazioni dei listini di vendita che però sono spesso di entità molto differente le une dalle altre. Ci sono anche industrie che non hanno ritoccato i loro listini, cosa che ha insospettito gli allevatori ed i professionisti che sono giunti alla conclusione che queste ultime potessero avere grandi scorte di additivi o che l’integrazione fosse stata “tagliata” senza avvisare. In alcuni casi, per non aumentare i costi, vengono proposti “tagli” all’integrazione che mettono spesso in difficoltà gli allevatori che, giustamente, non conoscono i fabbisogni nutritivi delle vitamine e dei minerali degli animali che allevano.

Per capire meglio la situazione, abbiamo chiesto l’opinione di Massimiliano Celoni, direttore generale della Duregger srl, che conosce molto bene il mercato internazionale degli additivi e delle materie prime zootecniche, essendo la sua azienda specializzata nella commercializzazione all’industria e agli allevatori di questa tipologia di prodotti. La Duregger srl è poi un’azienda storicamente sostenitrice di Ruminantia per cui appartiene alla nostra community.

Grazie Celoni per l’intervista che ci ha concesso. Vorremmo meglio informare i nostri lettori su cosa sta succedendo nel mercato internazionale degli additivi utilizando una fonte “non in conflitto d’interessi”.

Grazie per l’ospitalità.

Effettivamente, la situazione che si è creata nel mercato internazionale delle vitamine ha i caratteri dell’eccezionalità, non essendosi mai verificata una cosa del genere in passato.

Nel mese di settembre 2017, le autorità cinesi hanno deciso di fermare gli impianti industriali a causa dei fortissimi problemi di inquinamento atmosferico. In passato c’erano già stati degli stop produttivi per questo motivo (vedi Olimpiadi di Pechino, visite ufficiali G8 etc).

Nel contempo, le stesse autorità hanno iniziato a verificare le condizioni sanitarie e di igiene dei vari impianti produttivi, di fatto decretando la chiusura definitiva di tante aziende le quali, giustamente, non erano a “norma”.

Alla fine del mese di ottobre 2017 già si intravedevano dei primi segnali di quello che si sarebbe verificato successivamente. In occasione della Fiera del Bovino da Latte in Cremona, ricordo di aver parlato con un produttore europeo di vitamine il quale aveva preannunciato degli aumenti di prezzo delle stesse, e sicuramente una carenza di prodotto nei mesi a venire.

Qualche giorno dopo, ad aggravare la situazione è accaduto l’incendio dell’impianto BASF nei pressi di Francoforte che di fatto ne ha determinato lo stop provocando quindi una carenza drammatica di Vit A, Vit E e Beta Carotene.

Credo che inizialmente non tutti avessero ben chiaro l’impatto che avrebbe avuto questa situazione nei mesi a venire.

È altrettanto chiaro che i produttori cinesi, ripristinate le proprie capacità produttive, hanno approfittato della situazione verificatatasi, centellinando le vendite per far schizzare i prezzi alle stelle, e così è avvenuto!

Ricapitolando:
Carenza di vitamine + speculazione = Prezzi alle stelle e industria mangimistica ed integratoristica in crisi per mancanza delle stesse, oltreché un impatto significativo sul set dei costi formula.

Quanto pensa possa durare questa situazione? O meglio, si prevede un ritorno in tempi brevi alla normalità?

Non è facile una previsione di questo genere.

Voglio ricordare che un’importante multinazionale del settore è uscita con un comunicato stampa nel quale dichiara di “non poter garantire” la fornitura di vitamine ai propri clienti nel periodo gennaio/marzo 2018, considerata l’eccezionalità della situazione.

Questo per far capire meglio cosa stiamo vivendo, e non per mettere le mani avanti!
Ad ogni modo, poiché la Basf ha dichiarato di poter ricominciare le produzioni di Vit A, Vit E e Beta Carotene da aprile/maggio 2018 in poi, ragionevolmente possiamo presumere che questa emergenza possa durare fino al primo semestre 2018, anche perché bisognerà ripristinare dei quantitativi di scorte che facciano sgonfiare la bolla dei prezzi cinesi.

Conclusioni
La saggezza popolare, che spesso citiamo, dice che “di necessità si fa virtù”. Speriamo che questa sia l’occasione per razionalizzare l’uso degli additivi nell’alimentazione dei ruminanti adottando il principio di utilizzare solo quello che serve e nelle giuste quantità, impiegando solo prodotti di “comprovata efficacia”. È bene ricordare che eccessi di talune vitamine e oligoelementi possono essere dannosi per gli animali e per l’ambiente e possono inoltre generare costi di produzione inutili. Nei ruminanti esiste un fabbisogno di additivi per il rumine e uno per l’animale e molti principi attivi, come le vitamine del gruppo B, la colina e amminoacidi come la lisina e la metionina, se non adeguatamente rumino-protetti, con poche eccezioni (biotina e vitamina B12), sono di fatto inutili agli animali e inutilmente costosi. L’eliminazione degli additivi inutili e di quelli di non accertata efficacia può creare le condizioni per utilizzare solo quello che serve ed al giusto dosaggio e sicuramente può compensare i maggiori costi derivanti da un mercato così instabile.